Un’altra costruzione, infine, chiude la corte, due stanze al pian terreno ed altre due in copia al piano di sopra, unite da una scala in legno che tutti ricordano sempre “precaria”: era l’alloggio della famiglia del “guardiano”, uomo di fiducia preposto all’organizzazione ed al controllo del lavoro. Questa casa era priva di cucina, la preparazione dei pasti avveniva all’esterno in un locale munito anche di forno a legna per fare il pane.
Se considerato nel complesso tutto l’immobile si presenta come un nucleo compatto e protetto, quasi fortificato senza possibilità di accesso se non dal cancello. Tutte le aperture dei magazzini, infatti, sono rivolte all’interno. Anche l’abitazione del “guardiano”, per poter meglio vigilare a tutte le ore, di giorno e di notte, aveva una finestra che dava sul cortile. Al centro di quest’ultimo, un piccolo orto- giardino ed un pozzo quadrato, coperto in alto da una griglia in ferro, nel quale si accumulava l’acqua piovana. Due carrucole permettevano di tirar su l’acqua coi secchi e di versarla nelle vasche semicircolari attaccate allo stesso pozzo per abbeverare gli animali domestici. Lungo i muri delle piccionaie anch’esse ricoperte, come i tetti, da una fila di coppi.
All’esterno, a sud, addossato al frantoio, i locali, non più esistenti, destinati allo stoccaggio della sansa vergine, a seguire la stalla con le mucche ed il ricovero del cavallo.
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